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puce Bologna Violenta : Nicola Manzan & Alessandro Vagnoni
Interview (versione italiana)  (Petit Bain, Paris)  mercredi 19 aril 2017

Pasta e Grindcore : l'intervista di Froggy's Delight ai Bologna Violenta

Se non conoscete molto bene Bologna, resterete probabilmente sconvolti dalla sua storia, dal numero di casi di stragi, dalla sua cronaca nera, da tutto quello che riesce a coprire molto bene la sua immagine di città tranquilla, dallo spirito bohémien.

Un passato segnato dalle gesta eroiche dei partigiani durante il fascismo, il terrorismo degli anni di piombo, diversi gruppi criminali, tra cui la famosissima Banda della Uno Bianca che di giorno assicurava l'ordine come polizia e di notte uccideva.

E' in questo contesto che un polistrumentista veneto, Nicola Manzan, uscito dal conservatorio con un diploma di violinista, dopo aver militato e collaborato con diversi gruppi rock italiani (violinista, chitarrista e synth nel Il Teatro degli Orrori, Zen Circus, Offlaga Disco Pax) decide di dar vita al suo progetto solista utilizzando proprio il nome di questa città che aveva amato fino a detestare.

Bologna Violenta firma il primo album omonimo nel 2006 per un'etichetta francese, la Core Back Records. Un progetto che in Italia non ha precedenti : pezzi ultra veloci, che durano meno di minuto, un buon mix di grindcore, hardcore, noise, industrial e avantgarde metal sulla scia degli Agoraphobic Nosebleed (con i quali collaborerà, ndr) ; i testi composti da spezzoni di dialoghi di film rari e sperimentali e Manzan che, da solo, fa tutto.

Sul palco adora scioccare il pubblico con immagini che hanno la violenza dura e pura delle copertine dei suoi album. E' alto, quasi intimidante, sempre vestito di nero e durante i suoi concerti capita di vederlo con un sorriso che accenna al beffardo mentre urla "Viva Satana ! " (logan stampato anche sulle bellissime spilette che ci regalerà alla fine del concerto parigino, ndr).

Se cercate delle immagini alle quali la musica di Bologna Violenta possa fare da colonna sonora, guardate Mondo Cane, la serie cult di documentari anni 60', sulle diverse pratiche culturali, scioccanti e provocatorie, raccolte in giro per il mondo. Partite da qui per scoprire l'universo caotico e crudele di Bologna Violenta.

Nel 2016 il batterista marchigiano Alessandro Vagnoni si unisce al progetto, dopo anni di corteggiamento: una storia d'amore a lieto fine, vi rassicuriamo.

Noi li abbiamo incontrati in occasione del loro concerto parigino al Petit Bain per la presentazione del loro ultimo album Discordia e abbiamo scoperto che mai musicisti violenti furono più simpatici. Signori e Signore la violenza è servita!

Il pubblico francese deve sapere che la tua prima etichetta era proprio francese. Come sei arrivato a loro ? E poi, raccontaci, questo progetto porta il nome di una città : quanto ti ha ispirato con la sua storia e i suoi fatti di cronaca ?

Nicola Manzan : Io sono andato a vivere a Bologna dopo gli studi, ero stanco di Treviso, e sono finito lì per una serie casuali di motivi.

I primi due anni di Bologna hanno coinciso con la fine di tutti i miei sogni, con delle grandissimi delusioni sulla mia carriera. Avevo deciso di fare un lavoro normale, e col diploma di violinista in tasca, zitto e muto me ne sono andato a lavorare in un bar dell'Autogrill.

Tutti mi avevano parlato benissimo di Bologna e alla fine mi sono reso conto che in realtà non mi piaceva, in più mi son trovato a lavorare per tre mesi dalle cinque alle nove in Autogrill, e il solo lato positivo è stato che dalle nove e mezza avevo lo studio libero. Mi sono detto "Sai cosa? Faccio un album iper violento così quando arrivo a lavoro alle quattro e mezza me lo ascolto! ".

Bologna Violenta voleva essere il mio epitaffio, ne ho fatto cento copie in CDR da distribuire agli amici. Poi però essendomi sempre occupato dell'ufficio stampa delle mie band ho pensato che forse era il caso di mandarlo in giro.

E dopo dodici anni, eccomi ancora qui che suono.

Com'è arrivato Alessandro nei Bologna Violenta ? Cosa ti ha spinto a cercare un batterista ?

Alessandro Vagnoni : In realtà l'ho cercato io. Lui avrebbe continuato da solo...(ride)

Nicola Manzan : Mi divertivo anche di più ! (ride)

Alessandro Vagnoni : Ci siamo conosciuti grazie ad un amico in comune. Io ho sempre miliato in band metal, e il cantante del mio gruppo era il suo fonico palco, così , dopo sei anni di corte, gli ho inviato, disperato, delle batterie e abbiamo iniziato così a fare qualcosa insieme.

Nicola Manzan : A me sarebbe sempre piaciuto avere una band, ma al tempo stesso ne ero stato sempre molto deluso dalle band. Quindi ho detto "Adesso vi faccio vedere di cosa sono capace da solo !" e infatti delle famose cento copie CDR alla fine ne ho fatte più di tremila che sono andate sold out insieme ai cinquecento vinili.

Il problema tecnico era che io ho sempre scritto le batterie al computer in maniera molto casuale, e che quindi c'era un'irriproducibilità dei pezzi, con strutture abbastanza casuali, poi c'era il lato umano della cosa, volevo restare da solo, perché dopo tutte le mie delusioni con le band, credevo che suonando insieme ad un'altra persona, di nuovo sarebbe morto un progetto.

Questi sei anni per me sono stati "anni di studio" per capire che tipo di persona fosse, se fosse possibile condividere momenti di vita durante un tour, quindi ho rischiato e dopo anni , ecco, siamo ancora innamorati ! (ride)

Alessandro Vagnoni : Il fidanzamento continua ! (ridono)

Tutti i tuoi album contengono tantissimi pezzi, tutti brevissimi, che durano meno di un minuto. In quel tempo si concentra tutta l'aggressività diretta della vostra musica. E' una ragione dettata dal genere che fate o è piuttosto una scelta personale ?

Nicola Manzan : Entrambe le cose! Io sono una persona che si annoia molto facilmente, quindi la mia idea era esprimere un concetto nel minor tempo possibile e nel modo più forte possibile. Quindi un riff di chitarra particolarmente forte per me già rappresenta già un pezzo, ne é l'idea, poi costruisco i contorni ma è tutto lì, è inutile tirarla a quattro minuti. La velocità è molto alta e quindi se dilato i tempi, un pezzo di un minuto diventa un singolo di tre minuti e mezzo. Poi anche solo il fatto di dover scrivere delle batterie a mano al computer, sai dopo un po...mi rompevo. Quando ho fatto il primo disco, mi sono reso conto che tutti i pezzi duravano ventisei secondi, ed ecco un album di 26 pezzi da 26 secondi. Con altri pezzi si sono un po allungati con campioni di film ma la brevità della questione mi è sempre piaciuta.

Ad esempio, da bambino, nella collezione di vinili di mio padre, cercavo sempre i pezzi più brevi.

Alessandro Vagnoni : Questo lo facevo anch'io !

Nicola Manzan : Lo facevi anche tu ? Visto...l'amore! (ridono)

Alessandro Vagnoni : E' come con le patatine - hai presente?! - quando apri il sacchetto, inizi sempre dalle più piccole ?!

Nicola Manzan : Esatto sono queste manie ! Ed è così che ho scoperto "I quadri di un'esposizione di Mussorgsky". Poi certo non puoi fare uscire un album di tre minuti quindi via giù a buttare pezzi... (ride)

La cosa che mi ha sempre colpito della musica di Bologna Violenta sono gli infiniti universi convergenti, i rimandi al cinema, documentari come MondoCane, atmosfere e periodi fusi insieme e soprattutto una sorta di "musica visuale". La vostra musica trasmette immagini. Quali sono le vostre ispirazioni?

Alessandro Vagnoni : Io ho fatto l'Accademia delle Belle Arti, ma non credo di aver dirottato qualcosa da quel mondo.

Nicola Manzan : Peccato! (ride)

Alessandro Vagnoni : Probabilmente l'organizzazione, la dedizione alla preparazione dei pezzi. Devi allestire, organizzarti con gli altri, ecco è questo che ho portato dall'Accademia. Col cinema invece ho un brutto rapporto perché sono talmente assorbito dalla musica che non riesco a ritagliare spazio per altro.

Nicola Manzan : Per me invece è l'opposto! E infatti...siamo testimoni di una storia d'amore che finisce! (ridono)

A me piace molto il cinema, ho anche composto delle colonne sonore, fra l'altro proprio per la scuola di cinema di Parigi. Una notte ero da amici a Bologna, era marzo...perché la Settimana Mondo su Italia Uno è a marzo, se volete vi dico anche gli orari perché è sempre quello da vent'anni(ride)...e quella notte lì appunto é iniziato "Mondo Cane". Era una di quelle cose che volevo vedere da sempre ma che non avevo mai visto, quindi sono rimasto lì incollato a vedere l'intera settimana.

La prima cosa che ho pensato è stata ?Cazzo, io voglio fare un disco così!?. La forza delle immagini, ma soprattutto dell'accostamento tra la figa e la morte, mi ha riportato a quello che succede oggi in Italia, con ad esempio Striscia La Notizia: truffa al poverino- bella ragazza; notizia allegra- morte- veline. Qualcuno dice che storicamente questa è proprio l'evoluzione di quel modo di fare cinema. Mi piacevano tantissimo questi contrasti fortissimi, in cui mi riconoscevo perché vengo dalla classica, son diplomato in violino, quindi nella mia musica metto tutto quello che so della classica. Gli archi, ad esempio, sono arrangiati secondo le regole della forma suonata, tutte quelle regole che sembrano ?di merda? ma non lo sono in realtà efficaci per il risultato a cui portano.

Quindi io sono riuscito a sublimare questa cosa : nella mia musica c'è da un lato la parte dolce, la musica classica, la figa (ride) e dall'altra il grindcore, la violenza, la malattia e la morte di mia madre, questo mio non sentirmi mai a posto, questo mio disagio. Ad esempio, la parte delle bastonate sui maiali era una parte che avevo pensato assolutamente su quel tempo lì del film, ma non ero riuscito a montare il video sulla musica, quando poi a distanza di quattro anni, mi sono messo a montare quella parte di film sulla musica che avevo scritto era tutto perfettamente a tempo. Io ho dentro l'anima super dolce del violino e poi la violenza, le mazzate che ti fanno piangere, e Mondo Cane era questo. E poi sono un grandissimo amante di Kafka. Quella vita surreale che ti fa male, che non capisci eppure subisci.

Tutte le vostre copertine (su Discordia c'è la foto di un incidente treni, NDR) hanno immagini dal forte potere evocativo e scioccante. Come mai questa scelta? Che importanza hanno per te le immagini ?

Nicola Manzan : Da un lato c'è il fatto che la mia musica è strumentale quindi per esprimermi spesso utilizzo questi urletti, faccio un po la checca isterica, però ecco sentivo il bisogno di visuals, del supporto delle immagini. Utilizzo immagini forti perché per me le immagini dicono tutto.

ulla cover di Discordia c'è la foto di un incidente accaduto a Crevalcore. Io all'epoca abitavo a San Giovanni in Persiceto, vicino Bologna, e ricordo di aver sentito tantissime sirene quel giorno, non capivo cosa stesse accadendo e quando ho acceso la tv ho visto quelle immagini: gente morta per niente. Io dico sempre che voglio raccontare le storie della gente morta per niente, da quello che va in guerra a quello che si trova nel momento sbagliato nel posto sbagliato.

Come con Uno Bianca dove ho utilizzato come copertina quella foto col morto, agghiacciante. Su quella copertina per me c'era tutto: la Uno grigia, la componente razziale, dei poliziotti sconvolti, guardando quella foto capisci già come sarà il disco. E poi io, in generale, sono fan di tutto il grind, mi piacciono molto le copertine brutte (ride).

"Colonialismo", un brano di Discordia, affronta il tempo delle conseguenze post colonialiste. Credete che sia importante per la musica oggi avere una coscienza politica e sociale ?

Nicola Manzan : Io ho come motto ?Nessuna politica, nessuna religione!? però tutti mi dicono sempre che facciamo dischi molto politici. Per me è fondamentale inviare un messaggio agli ascoltatori. Non vorrei farlo...ma è più forte di me! Se devo raccontarti una storia preferisco raccontarti una storia che possa insegnarti e lasciarti qualcosa. Per me è importante far capire che ci sono tantissime cose che non vanno e farle vedere alla gente, perché il problema è che la gente spesso non si rende conto.

Prendi ad esempio quello che è accaduto in Siria, quando vedo i bambini morti dico "Ma cos'è sta merda ?" ma dico anche "Questo è l'essere umano!". Vorrei che la gente vedesse il declino del genere umano, quanto riusciamo a far schifo. E' come se volessi dirgli "Guardate ! Vi fa ridere quanto facciamo schifo ? Bene, ridete pure !" , anch'io passo le ore a guardare video ridicoli di epic fail, anche perché a volte anch'io sono il re degli epic fail, ma poi si va oltre. Quando lanciamo il nostro messaggio abbiamo la possibilità di avere un palco che non abbia connotazione politica perché non siamo sul palco di un partito politico, o in una chiesa o in una moschea, è una cosa totalmente indipendente. Vi faccio vedere la mia visione della cosa e se non vi piace, va bene così. La questione politica è questa: far vedere al mondo le cose che la gente non vorrebbe vedere.

Uno Bianca : ogni titolo è un capitolo, un atto criminale commesso da questa banda. Come ti è venuta l'idea ?

Nicola Manzan : Devi sapere che io ho delle idee che poi sviluppo negli anni. L'idea infatti di fare un disco sulla Uno Bianca è addirittura antecedente alla storia di Mondo Cane. Appena arrivato a Bologna, era il mio secondo giorno lì, mi sono ritrovato al Pilastro e ho pensato ?Cos'è sto quartiere!? Eccidio dei carabinieri!?. E appena rientrato in tv trasmettevano il programma della Leosini ?Storie Maledette? in cui trattavano proprio della storia della Uno Bianca. Lì mi sono detto ?Cazzo, Bologna!?. Tra l'altro Bologna è l'unica città in Italia che ha la sede di tre associazioni di vittime di stragi: la Uno Bianca, la strage della stazione e quella dell'Italicus. Per questo è arrivato il nome Bologna Violenta...

E lì mi son detto che avrei dovuto fare un disco, come dicevano nell'800 di ?musica a programma?, prendi i fatti e ne componi la musica come una colonna sonora. La foto della copertina l'avevo già scelta nel 2007 ed avevo paura di utilizzarla.

E' stato un album che è piaciuto moltissimo alla critica, da solista è stato l'apice della mia carriera. Ma poi sai, sei in Italia, è comunque una storia di stato fallace, di polizia criminale, quindi ecco la polizia si è abbastanza incazzata e me l'ha fatto capire sfondandomi la macchina.

Dopo il primo concerto a Bologna mi sono ritrovato la scritta Uno sulla facciata e il modellino di Uno sul retro. Viviamo in un paese molto malato e in questo caso c'è tutta la componente della giustizia fallace italiana, lo sbirro che si fa il culo per 1200 euro al mese per arrestare il tipo che fa i disastri e il giorno dopo è in strada. Dopo questo sinceramente mi ero un po' pentito di aver fatto quest'album ma poi mi sono detto "La gente deve sapere!". Disco difficile... un trauma più che un disco (ride!).

Bologna Violenta è stato materia d?esame nel corso di "Arte digitale" all?Accademia di Belle Arti di Venezia e presso la stessa sede è stato anche presentato il progetto The Sound of? in cui i pezzi di quaranta discografie diverse vengono fatti suonare simultaneamente. Parlaci di questo progetto.

Nicola Manzan : Semplicemente un professore delle Belle Arti di Venezia si è innamorato del mio progetto per l'uso dei campionamenti dei film e per i video che facevo uscire e mi ha proposto di presentarlo in Accademia. Per il suo corso di studi aveva tre tesi e una di queste era proprio "Bologna Violenta".

Sound of è nato per l'utilizzo del download oggi, scarichi la discografia poi te ne viene in mente un'altra e continui a scaricare, accumuli cartelle e non te ne rendi neanche conto.

Quindi pensavo ?Se dovessi far sentire a un giovane del futuro la discografia dei Black Sabbath come farei?!? La risposta è stata "Tutti i dischi tutti insieme contemporaneamente !" così senti il suono che ha la band. E quindi abbiamo dato vita con Nunzia, la mia ragazza, a questo progetto. Lei ha fatto le copertine, io ho fatto tutti i pezzi che partono tutti insieme.

Questa cosa ha fatto impazzire questo professore di Venezia che mi ha invitato lì a presentare questo progetto, e poi nella stessa Accademia abbiamo presentato anche Discordia.

Cosa cambia nel suonare all'estero ?

Nicola Manzan : er lui non cambia nulla, ha le cuffie! (ride, rivolgendosi ad Alessandro) Due anni fa siamo stati in tour con i Surgical Beat Bros a Marsiglia, Zurigo, Lucano e Tübingen in Germania.

Io avevo già suonato in Francia a Montpellier, Marsiglia, Cannes e Rennes. Io non volevo fare la copia dell'hardcore americano, non posso fare gli Agnostic Front o i Nepalm Death, quindi uso il mio vissuto filtrandolo con il genere che faccio mettendoci su la bandierina Italia.

Prima si son messi a ridere quando ho detto "Rappresentiamo la parte più brutta d'Italia !" un tipo mi ha anche chiesto "Quale ?" (ride). Ad esempio a Tübingen un tipo dopo il live ha iniziato a chiedermi tutta la storia della Uno Bianca perché ovviamente non avendo presente quel contesto non capiva. Per me la difficoltà fondamentale all'estero è proprio veicolare questo messaggio.

Consigliateci dei musicsti da ascoltare assolutamente !

Nicola Manzan : Hate & Merda, poi i nostri amici Fast Animals & Slow Kids, i Selva, che fra l'altro hanno anche suonato a Parigi ultimamente.

Alessandro Vagnoni : Ah poi c'è il mio nuovo gruppo: i Bushi (ride!) con loro suono la chitarra. Alla batteria c'è Matteo Sideri, il batterista dei Ronin e a novembre uscirà l'album sull'etichetta di Nicola (Dischi Brevisti, ndr).

Nicola Manzan : Allora io ti dirò i gruppi della mia etichetta, visto che ecco sono quelli che amo veramente : Tutti i colori del buio, un gruppo hardcore di Torino, gli Zeit, un gruppo post-hardocre di Venezia, dei veri folli! Ti consiglio assolutamente l'ultimo album Captain Mantell, fanno una sorta di rock progressivo davvero particolare.

Grazie mille ragazzi ! A presto !

Bologna Violenta : Grazie a te ! Ciao !

 

En savoir plus :
Le site officiel de Bologna Violenta
Le Soundcloud de Bologna Violenta
Le Bandcamp de Bologna Violenta
Le Facebook de Bologna Violenta

Crédits photos : Alberto Curcio


Paola Simeone         
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# 21 juin 2020 : la Fête de la Musique Sanson

Cette année, pas vraiment de Fête de la Musique, juste un exercice imposé par le gouvernement de faire chanter un titre de Véronique Sanson à tous les musiciens (non nous ne sommes pas en Corée du Nord). De notre côté nous avons réalisé notre 3ème numéro de la Mare Aux Grenouilles à revoir ici. Pour le reste voici le sommaire.

Du côté de la musique :

"As found" de Fugu
"Désordres" de Austyn
"Anda Lutz" de Cie Guillaume Lopez
"A l'instinct A l'instant" de Daniel Jea
"Cérébro dancing" de Epilexique
"Cobra" de François Club
"Coquette" de Hailey Tuck
"Springtime with no harm" épisode 18 des mixes de Listen In Bed
"Fanfare XP, volume 2" de Magic Malik
"Avec son frère" de Volo
"Safeplace" de Yadam
et toujours :
"Après le soir" de Camille Bénâtre
"Le love & le seum" de Charles-Baptiste
"New age norms 1" de Cold War Kids
Interview de Datcha Mandala autour de leur album "Hara"
"Mutations Les chimères de Clément Janequin" de Ensemble Thélème & Quatuor XASAX
"Le sismographe / Noyé" de Gontard!
"La battue" de Les Marquises
"Two Lovers" 17eme mix de Listen in Bed
"C'est la vie" de Olivier Perrot
"Knot" de The Nits
"To save what is left" de Roseland
"Parisienne" de Sarah Lancman

Au théâtre

l'actualité du spectacle vivant avec en "direct live" :
"Hedda" au Théâtre de Belleville
"Fabrice Petithuguenin - C'est compliqué" au Théâtre Le Bout
et toujours dans un fauteuil de salon avec :
des créations :
"Sales gosses" de Mihaela Michailov
"Le Bonheur (n'est pas toujours drôle)" d'après Reiner Werner Fassbinder
"Pichet Klunchun and myself" de Jérome Bel
"Le pont du Nord" de Marie Fortuit
"Invasion !" de Jonas Hassen Khemiri
"Jimmy's blues" à la Maison de la Poésie
 du classique avec Marivaux en deux versions :
Le Mariage de Figaro" par Jean-Paul Tribout
"La Folle Journée ou le Mariage de Figaro" par Rémy Barché 1ère partie - 2ème partie
Au Théâtre ce soir :
"Am Stram Gram" de André Roussin
"Des choses merveilleuses" de Claude Reichman
"Noix de coco" de Marcel Achard
et du côté des humoristes ::
"Noëlle Perna - Mado la niçoise" 1ère partie - 2ème partie
"Jérôme Commandeur se fait discret"

Expositions :

voir des expositions en "real life" avec la réouverture progtressive des musées :
"Harper's Bazaar, premier magazine de mode" au Musée des Arts Décoratifs
"James Tissot (1836-1902), l'ambigu moderne" et "Au pays des monstres - Léopold Chauveau"  au Musée d'Orsay
"Christan Louboutin - L'Exhibition[niste]" au Palais de la Porte Dorée
"Cézanne et les maîtres - Rêve d'Italie" au Musée Marmottan-Monet
"Coeurs - Du romantisme dans l'art contemporain" au Musée de la Vie romantique
"Les Contes étranges de N.H. Jacobsen" au Musée Bourdelle
les Collections permanentes du Musée Cernushi
"Le Monde selon Roger Ballen" à La Halle Saint Pierre
"Helena Rubinstein - La collection de Madame" et "Frapper le fer" au Musée du Quai Branly
"Monet, Renoir... Chagall - Voyages en Méditerranée" à l'Atelier des Lumières
"La Force du dessin - Chefs-d'oeuvre de la Collection Prat" au Petit Palais
"Esprit es-tu là ? Les peintres et les voix de l'au-delà" au Musée Maillol
"Soleils Noirs" au Louvre-Lens
la salle "Les Nymphas de Claude Monet" au Musée de l'Orangerie
"Le dessin sans réserve. Collections du Musée des Arts Décoratifs" au Musée des Arts Décoratifs
"Le 61 rue de Monceau, l’autre hôtel Camondo" au Musée Nissim de Camondo
et pour ceux qui ont vut l'exposition numérique "Gustav Klimt" à l'Atelier des Lumières à Paris,découvrir celle intitulée "Gustav Klimt, d'or et de couleurs" au nouveau site du Bassin des Lumières à Bordeaux

Cinéma at home avec :

à visionner en "home cinéma" :
des films contemporains :
"Jeune femme de Léonor Serraille
"Soul kitchen" de Fatih Ak?n
"Claire Dolan" de Lodge Kerrigan
de la comédie : "Mr et Mrs Smith" de Doug Liman
du peplum : "La charge de Syracuse" de Pietro Francisci
de l'action : "Kickboxer : Vengeance" de John Stockwell
des films cultes avec :
un western :"La Chevauchée fantastique" de John Ford
du kung fu : "A touch of zen" de King-Hu
du drame à l'indienne : "Vanaja" de Rajnesh Domalpalli
le Ciné-Club des années 60 :
"Qu'est-il arribé à Baby Jane ?" de Robert Aldrich
"Main basse sur la ville" de Francesco Rosi
"Le Tracassin ou Les Plaisirs de la ville" d'Alex Joffé
et une curiosité : "Jack Brooks, tueur de monstres" de Jon Knautz

Lecture avec :

"Le jour où Kennedy n'est pas mort" de R.J. Ellory
"Mauvaise graine" de Nicolas Jaillet
"Une immense sensation de calme" de Laurine Roux
et toujours :
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